L’armatura di Dio
“Del resto, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza.
Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate stare saldi contro le insidie del diavolo.
Il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti.
Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio, e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere. State dunque saldi: prendete la verità per cintura dei vostri fianchi; rivestitevi della corazza della giustizia; mettete come calzature ai vostri piedi lo zelo dato dal vangelo della pace; prendete oltre a tutto ciò lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infocati del maligno. Prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio; pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica; vegliate a questo scopo con ogni perseveranza. Pregate per tutti i santi” (Ef. 6:10-18).
La Lettera agli Efesini è stata definita “il testamento spirituale dell’Apostolo Paolo alla Chiesa di Gesù Cristo”. Gli studiosi della Bibbia attribuisco questa Lettera all’Apostolo Paolo con consenso unanime e la indicano una delle Lettere della prigionia.
Molti studiosi affermano, che la Lettera all’origine non recava il nome di un destinatario, ma solo: “Ai santi e fedeli in Gesù Cristo, che sono a…”, con uno spazio per scrivere il nome dei destinatari di una copia e che il nome Efesini fu aggiunto dopo, probabilmente perché Tichico, latore della Lettera, giunse a Efeso, città più importante dell’Asia in quel tempo, e quindi, le copie inviate alle varie Chiese di Cristo portavano il nome Efeso, o fu aggiunto da coloro che provvidero a raggruppare il Libri della Bibbia, per distinguere uno scritto dall’altro, che oggi possediamo col nome, Nuovo Patto.
In ogni caso la Lettera è indirizzata “Ai santi… e ai fedeli in Gesù Cristo” (Ef. 1:1).
Nella nostra Lettera Paolo spiega la relazione fra Giudei e Gentili un tempo nemici, separati dal muro che i Gentili non potevano superare –pena la morte- (Ef. 2:14), ma ora, per mezzo di Gesù Cristo, entrambi hanno accesso al Padre in un medesimo Spirito (Ef. 2:17,18). Ciò è chiaro in quando i Giudei credenti, fra i quali si novera l’Apostolo col pronome noi, sono contrapposti ai Gentili col pronome voi (Ef. 1:12,13).
Molto si è discusso e si discute ancora intorno a questa Lettera. L’ipotesi predominante è quella che afferma che si tratta di una Lettera circolare per tutte le Chiese di Gesù Cristo, in quando, fin qui l'Evangelo era stato presentato come mezzo di salvezza, l'Apostolo adesso, lo eleva all'altezza di un principio universale. Egli presenta la redenzione come il pensiero eterno di Dio che abbraccia non soltanto tutte le età, ma anche tutto quanto l'universo.
Dopo la lunga prigionia, prima a Cesarea e poi a Roma, l’Apostolo esterna in poche pagine l’Opera di redenzione del nostro Signore Gesù Cristo, per la salvezza degli uomini e la costituzione della Chiesa Corpo di Cristo. Con la Lettera ai Romani, essa costituisce il massimo trattato dottrinale lasciato da Paolo alla Chiesa di Gesù Cristo. Queste due Lettere, costituiscono i capi saldi della fede cristiana. La nostra Lettera termina con un trattato fondamentale sul combattimento spirituale del cristiano. Questa lotta non è il travaglio che può avere un’anima nel cercare di afferrare la verità. Qui si presuppone che noi conosciamo già e apprezziamo le meravigliose verità descritte dall’Apostolo, la lotta nasce dallo sforzo per conservare e vivere queste verità di fronte a tutte le potenze contrarie.
In vista di questa lotta, l’Apostolo ci ordina di indossare “la completa armatura di Dio” per resistere al nemico.