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I Dieci Comandamenti

I Dieci Comandamenti sono il fondamento della Legge morale istituita dalla Suprema Maestà.

Le parole di questa Legge, non sono una sequenza di regole da ubbidire, ma indicano il modo di essere spontaneo e coerente guidato dal profondo che ordina i pensieri prima di determinare le azioni. Le Dieci Parole, espresse tutte in forma di obbligo e di divieto restano per noi che viviamo nel terzo millennio sotto la grazia (Gv. 1:17), dei principi su cui siamo chiamate a meditare per osservarli diligentemente (De. 5:1). I Dieci Comandamenti dunque, sono le fondamenta su cui poggia la morale dell’intera umanità, del passato, del presente e del futuro.

Tutti i popoli del mondo hanno una propria religione, un credo immaginario concepito nelle credenze misteriche tramandate, ma l’Unico Vero Dio vivente si è rivelato al Suo popolo: Israele.  

La solenne promulgazione della Legislazione morale avvenne ai piedi del monte Sinai e fu la più solenne rivelazione della gloria di Dio, mai udita dall’uomo:

“Ci fu mai un popozlo che abbia udito la voce di Dio che parlava dal fuoco come l'hai udita tu, e che sia rimasto vivo?” (De. 4:33).

I principi fondamentali

In Deuteronomio Mosè riformula la Legge in modo da renderla più comprensibile al popolo affinchè possa metterla in pratica per sempre nella terra che prenderà in possesso.

Questi sono i comandamenti, le leggi e le prescrizioni che il SIGNORE, il vostro Dio, ha ordinato di insegnarvi, perché li mettiate in pratica nel paese nel quale vi preparate a entrare per prenderne possesso, così che tu tema il tuo Dio, il SIGNORE, osservando, tutti i giorni della tua vita, tu, tuo figlio e il figlio di tuo figlio, tutte le sue leggi e tutti i suoi comandamenti che io ti do, affinché i tuoi giorni siano prolungati. Ascoltali dunque, Israele, e abbi cura di metterli in pratica, affinché venga a te del bene e vi moltiplichiate grandemente nel paese dove scorrono il latte e il miele, come il SIGNORE, il Dio dei tuoi padri, ti ha detto.

Ascolta, Israele: Il SIGNORE, il nostro Dio, è l'unico SIGNORE.

Tu amerai dunque il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l'anima tua e con tutte le tue forze. Questi comandamenti, che oggi ti do, ti staranno nel cuore; li inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua, quando sarai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, te li metterai sulla fronte in mezzo agli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle porte della tua città” (De. 6:1-9).

La base della Legislatura

I Dieci Comandamenti dunque, sono la base della Legislatura di Dio i cui precetti non sono delle “proposte”, o dei “consigli”, ma sono degli ordini da osservare. “Vedi, io metto oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male” (De. 30:15; cfr. Gv. 3:16,36; Ro. 6:23).

Dio fece ai figli Israele una proposta riconciliante (Es. 19:3-6), “Tutto il popolo rispose concordemente e disse: “Noi faremo tutto quello che il SIGNORE ha detto…” (Es. 19:8).

“Allora Dio pronunciò tutte queste parole: …” (Es. 20:1-17).

I Dieci Comandamenti costituiscono un unico discorso, il fondamento posto dall’Unico Legislatore. La divisione “in dieci” è stata fatta per fini didattici. Gesù rispondendo alla domanda dello scriba: “Qual è il più importante di tutti i comandamenti? Li riassume in due parti: «Il primo è: "Ascolta, Israele: Il Signore, nostro Dio, è l'unico Signore. Ama dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la mente tua, e con tutta la forza tua". Il secondo è questo: "Ama il tuo prossimo come te stesso". Non c'è nessun altro comandamento maggiore di questi»” (Mr. 12:28-31).

Il Decalogo

1°) “«Io sono il SIGNORE, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla casa di schiavitù. Non avere altri dèi oltre a me” (Es. 20:2,3).

Davanti al tempo che passa, alle situazioni che cambiano, alle ideologie che si susseguono, ai valori morali che si modificano, ogni uomo ha la segreta nostalgia di un punto fisso, l'aspirazione a qualcosa di assoluto, di cui non si possa dire che oggi c'è e domani no, che non debba continuamente essere messo in discussione, che non abbia l'aspetto della provvisorietà e dell'incertezza. I Dieci Comandamenti descrivono dei principi eterni.

2°) “Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il SIGNORE, il tuo Dio, sono un Dio geloso;…” (Es. 20:4-6).

Secondo alcuni sembra che il Decalogo abbia cominciato a occupare un posto di rilievo nella predicazione e nell'insegnamento della Chiesa cristiana soltanto a partire dal filosofo Agostino (Aurelio Agostino nasce nel 354 a Tagaste; muore durante l’invasione vandalica del 430 a Ippona). Ed è proprio a lui che si deve attribuire la grave colpa di aver praticamente abolito questo secondo comandamento, assimilandolo al primo e ricorrendo poi, per far tornare i conti, all'innaturale divisione del decimo comandamento.

Le parole appena lette descrivono il comportamento che dovrebbe avere l’intera umanità, un popolo o un singolo individuo nei riguardi dell’Unico SIGNORE e Dio che si è manifestato al popolo Ebreo, intervenento palesemente in suo favore liberandoli dalla schiavitù d’Egitto e di tanti altri problemi lungo il loro cammino di peregrinaggio nel deserto del Sinai. Poi vieta esplicitamente: “Non avere altri dèi oltre a me”. 

Nel riformulare la Legge come sopra descritto, Mosè esorta solennemente il popolo: “Ascolta, Israele: Il SIGNORE, il nostro Dio, è l'unico SIGNORE” (De. 6:4).

“Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra.  Non ti prostrare davanti a loro e non li servire”.

Gli Ebrei, nonostante l’altalenante fede in Dio hanno sempre creduto e credono nell’Unico loro SIGNORE e Dio. La loro fede nell’Unico Dio non è venuta mai meno. Purtroppo ci furono dei re che hanno deviato la fede del popolo per mezzo degli “alti luoghi”, immagine di legno, di pietra, d’oro o altro materiale, “astri” del cielo ecc... Tutte cose che Dio ha vietato e condannato severamente per mezzo della Sua Parola.

Nel vietare di farsi sculture e “immagine” sembra che Dio voglia include Sé stesso (De. 4:12,13). Infatti, qualunque pensiero, qualunque immaginazione l’uomo possa avere su Dio si rivela errata e sovversiva. Dio si può conoscere nella misura in cui si rivela all’umanità nella Sua Parola (vedi Ro. 1:19,20), non nella filosofia Greca dei primi secoli del Cristianesimo.

Ai nostri tempi il mondo “cristianizzato” è pieno di immagine di ogni genere, con la quale crede di arrivare a l’Iddio infinito, abbassandolo al proprio livello o elevarsi loro a livello di Dio.  

3°) “Non pronunciare il nome del SIGNORE, Dio tuo, invano; perché il SIGNORE non riterrà innocente chi pronuncia il suo nome invano (Es. 20:7).

Per non pronunciare il nome di Dio invano, bisogna conoscere la volontà di Dio, rivelata ai Suoi Profeti e Apostoli (Ro. 1:2-5), che hanno prima annunciato il Messaggio oralmente e poi messo per iscritto. Noi siamo esortati “a praticare il non oltre quel che è scritto” (1Co. 4:6). Bisogna riconoscere l’Opera di Dio compiuta in Cristo Gesù, offrendorGli il culto di adorazione e solenne riverenza. Bisogna portare rispetto ai genitori e non fare come i farisei che, con la propria tradizione annullavano il Comandamento di Dio (Mr. 7:1-13).

4°) Ricordati del giorno del riposo per santificarlo. Lavora sei giorni e fa tutto il tuo lavoro, ma il settimo è giorno di riposo, consacrato al SIGNORE Dio tuo; non fare in esso nessun lavoro ordinario, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo servo, né la tua serva, né il tuo bestiame, né lo straniero che abita nella tua città; poiché in sei giorni il SIGNORE fece i cieli, la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, e si riposò il settimo giorno; perciò il SIGNORE ha benedetto il giorno del riposo e lo ha santificato (Es. 20:8-11).

Tutti i popoli sostanzialmente osservano il giorno di riposo, ma la moderna società civile, purtroppo non lo permette più. Oggi il denaro la fa da padrone che, nessuno purtroppo può sottrarsi per vivere nella corrotta moderna società.

5°) Onora tuo padre e tua madre, affinché i tuoi giorni siano prolungati sulla terra che il SIGNORE, il tuo Dio, ti dà” (Es. 20:12).

Questo è un Comandamento con promessa di benedizione. Bisogna portare rispetto ai genitori e non fare, come abbiamo già detto i farisei che, con la propria tradizione annullavano il Comandamento di Dio (Mr. 7:1-13).

La Seconda sezione descrive la relazione con il prossimo; sia individuale sia dell’intero popolo.

6° “Non uccidere” (Es. 20:13).

7° “Non commettere adulterio” (Es. 20:14).

8° “Non rubare” (Es. 20:15).

9° “Non attestare il falso contro il tuo prossimo” (Es. 20:16).

10° “Non concupire la casa del tuo prossimo; non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna del tuo prossimo»” (Es. 20:17).

Il contenuto della seconda sezione riguarda i rapporto societario in cui viviamo, è semplice da comprendere I Comandamenti: “Non uccidere”, “Non commettere adulterio”, “Non rubare”, “Non attestare il falso contro il tuo prossimo”, “Non concupire la casa del tuo prossimo…”, sono puniti anche dalla legge profana.

Sono dei Comandamenti che se violati, oltre a violare la Legge di Dio, attirandosi addosso la punizione divina, verranno perseguiti e puniti dalla legge umana.

Se l’umanità osservasse questi Comandamenti, quanti problemi si potrebbero evitare!!!!