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Il Vangelo di Dio promesso

Il Vangelo di Dio promesso nelle sacre Scritture (Ro. 1:1-5), riguarda l’Opera di Dio concepita in Sé stesso (Ef. 1:9);

prima della creazione del mondo (Ef. 1:4; 1Pi. 1:2; 2Te. 2:13,14; 2Ti. 1:9; Ro. 8:28);

per realizzarla in Cristo Gesù, quando i tempi fossero compiuti (Ga. 4:4,5; Ef. 1:10). Cristo Gesù è venuto nel mondo per redimere l’uomo peccatore e riportarlo alla comunione con Dio per la quale fu creato (Ro. 5:10; 2Co. 5:18; Cl. 1:22).

Dio ha creato l’uomo per la Sua gloria, avendolo creato a Sua immagine e somiglianza, per godere l’eterna comunione con lui (Gv. 17:22-24); purtroppo la malvagità dell’uomo si rivelò già nell’Eden.

Dio creò l’uomo e lo pose in un ambiente per dir poco idilliaco con una sola restrizione: “Dio il SIGNORE ordinò all'uomo: «Mangia pure da ogni albero del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai»” (Ge. 2:8-17). Il capitolo tre sempre della Genesi descrive come cadde nella disubbidienza l’uomo. Il peccato separò la creatura dal suo Creatore (Ge. 3:23,24). La separazione da Dio causata dalla disubbidienza del primo uomo alla Voce di Dio è, la radice da cui sono scaturiti tutti i mali dell’umanità. “Perciò, siccome per mezzo d’un sol uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato v’è entrata la morte, in questo modo la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato...”, poiché “…il salario del peccato è la morte” (Ro. 5:12;6:23)

L’uomo è creato un essere razionale dotato di discernimento, creato per ubbidire e adorare il suo Creatore, ma ha il cuore incline alla disubbidienza; la sua razionalità non volge sempre al suo bene anzi, si lascia spesso coinvolgere in azioni e pratiche esplicitamente vietate. Adamo ricevette da Dio l’istruzione di cosa doveva e cosa non doveva fare per vivere in comunione con Dio, ma disubbidì ai Suoi comandamenti giustificandosi: “… «La donna che tu mi hai messa accanto, è lei che mi ha dato del frutto dell'albero, e io ne ho mangiato»” (Ge. 3:12). Adamo, anziché ubbidire alla Voce di Dio, ha ubbidito alla voce di Eva che, fu “incannata” da Satana (3:1-6). La loro disubbidienza ha interrotto la relazione con il Creatore, non solo la propria, ma quella di tutta l’umanità. Dio ha creato l’uomo per la Sua gloria, la disubbidienza di un solo uomo ha portato la separazione delle creature dal suo Creatore ma, Dio aveva messo in conto il problema e vi ha posto il rimedio per mezzo di Suo Figlio Gesù Cristo nostro Signore, prima della creazione del mondo (Ef. 1:3-14).

La Bibbia considera peccato la disubbidienza, l’iniquità, la malvagità, la scelleratezza, l’avversità Ecc.. Esso, il peccato è opera della carne, una forma di violazione. È l’intrusione della volontà umana nella sfera dell’autorità divina, deviandola alla preferenza di sé stesso. Spesso associamo all’idea del peccato quella dei grandi crimini come l’assassinio, il ladro e altri gravi crimini, ma la Bibbia ci dice che la disubbidienza ai comandamenti di Dio, è peccato come lo è qualsiasi crimine insegnando dottrine di uomini, le quali falsificano la Parola di Dio (2 Pi. 3:16). La falsificazione di qualunque cosa è punibile dalle leggi umane, quando più è punibile falsificare la Legge divina. Solo Dio stabilisce ciò che è bene o male per l’uomo, Egli è la perfezione e tutto ciò che non è perfezione è peccato. In Romani 3:23 leggiamo: “Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio”. La “gloria di Dio” include l’idea dell’assoluta perfezione di Dio. Il peccato è dunque, qualunque cosa differisca da questo sublime modello e sotto questo punto di vista, tutti gli uomini sono colpevole davanti a Dio (Gv. 8:7). “Chiunque, infatti, osserva tutta la legge, ma la trasgredisce in un punto solo, si rende colpevole su tutti i punti” (Gm. 2:10).

Gesù fu accusato dai Farisei di non rispettare la tradizione degli antichi e rispose citando la profezia di Isaia: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me. Invano mi rendono il loro culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini". Avendo tralasciato il comandamento di Dio vi attenete alla tradizione degli uomini». Diceva loro ancora: «Come sapete bene annullare il comandamento di Dio per osservare la tradizione vostra” (Mr. 7:5-9; Mt. 15:1-9; cfr. 2 Pi. 3:16; 1 Pi. 1:3-16).

La Parola di Dio è molto esplicita quando ordina di osservare e mettere in pratica i comandamenti di Dio fedelmente (cfr. 2 Ti. 2:2; 1Co. 9:24-27; 2Ti. 3:10-12; 4:5-8; Ap. 2:10; Mt. 10:32-33). Mosè esorta il popolo a conformarsi ai comandamenti di Dio dicendo: “Ricordati del giorno che comparisti davanti al SIGNORE, al tuo Dio, in Oreb, quando il SIGNORE mi disse: «Radunami il popolo e io farò loro udire le mie parole, perché essi imparino a temermi tutto il tempo che vivranno sulla terra e le insegnino ai loro figli». Voi vi avvicinaste e vi fermaste ai piedi del monte; e il monte era tutto in fiamme, che si innalzavano fino al cielo; vi erano tenebre, nuvole e oscurità. E dal fuoco il SIGNORE vi parlò; voi udiste il suono delle parole, ma non vedeste nessuna figura; non udiste che una voce. Egli vi annunciò il suo patto, che vi comandò di osservare, vale a dire, i dieci comandamenti, e li scrisse su due tavole di pietra.

A me, in quel tempo, il SIGNORE ordinò d'insegnarvi leggi e prescrizioni, perché voi le mettiate in pratica nel paese dove ora entrerete per prenderne possesso. Siccome non vedeste nessuna figura il giorno che il SIGNORE vi parlò in Oreb dal fuoco, badate bene a voi stessi, affinché non vi corrompiate e non vi facciate qualche scultura, la rappresentazione di qualche idolo, la figura di un uomo o di una donna, la figura di uno degli animali della terra, la figura di un uccello che vola nei cieli, la figura di una bestia che striscia sul suolo, la figura di un pesce che vive nelle acque sotto la terra; e anche affinché, alzando gli occhi al cielo e vedendo il sole, la luna, le stelle, tutto l'esercito celeste, tu non ti senta attratto a prostrarti davanti a quelle cose e a offrire loro un culto, perché quelle sono le cose che il SIGNORE, il tuo Dio, ha lasciato per tutti i popoli che sono sotto tutti i cieli. Quanto a voi il SIGNORE vi ha presi, vi ha fatti uscire dalla fornace di ferro, dall'Egitto, per farvi diventare il popolo che gli appartiene, come oggi difatti siete… Guardatevi dal dimenticare il patto che il SIGNORE, il vostro Dio, ha stabilito con voi e dal farvi una scultura che sia immagine di qualsiasi cosa che il SIGNORE, il tuo Dio, ti ha proibita. Poiché il SIGNORE, il tuo Dio, è un fuoco che divora, un Dio geloso” (De. 4:10-24).

Il divieto di farsi un’immagine include Dio stesso, poiché Dio si può conoscere solamente nella misura in cui Egli si rivela agli uomini (Ro. 1:18-25). Qualsiasi dottrina “teologica” o “filosofica” formulata dagli uomini non contenuta nella Bibbia e non insegnata dagli Apostoli, è da considerare falsa. “«Infatti i miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le mie vie», dice il SIGNORE. «Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così sono le mie vie più alte delle vostre vie, e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri (Is. 55:8,9). Quando alle sculture a forma d’immagine la Bibbia dice: “Considererete come cose contaminate le vostre immagini scolpite, ricoperte d'argento, e le vostre immagini fuse, rivestite d'oro; le getterete via come una cosa impura, «Fuori di qui!», direte loro (Is. 30:22); “Quelli che fabbricano immagini scolpite sono tutti vanità; i loro idoli più cari non giovano a nulla; i loro testimoni non vedono, non capiscono nulla, perché essi siano coperti di vergogna (Is. 44:9ss).“ I loro idoli sono argento e oro, opera delle mani dell'uomo. Hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono, hanno orecchi e non odono, hanno naso e non odorano, hanno mani e non toccano, hanno piedi e non camminano, la loro gola non emette alcun suono. Come loro sono quelli che li fanno, tutti quelli che in essi confidano” (Sl. 115:4-8).

Confidare nelle immagini scolpiti e poi benedetti da qualcuno, è segno di mancato ravvedimento (vedi Mt. 3:2; Mr. 1:15).

La sola Parola di Dio è autorevole. “Per fede intendiamo che i monti sono stati formati dalla Parola di Dio” (Eb. 11:3). “Nel principio era la Parola, e la Parola era con Dio, e la Parola era Dio… E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità” (Gv. 1:1-3,14). “Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose” Eb. 1:1,2). “Dio ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio. In lui abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati. Egli è l'immagine del Dio invisibile, il primogenito di ogni creatura; poiché in lui sono state create tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra, le visibili e le invisibili: troni, signorie, principati, potenze; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui. Egli è il capo del corpo, cioè della Chiesa; è lui il principio, il primogenito dai morti, affinché in ogni cosa abbia il primato. Poiché al Padre piacque di far abitare in lui tutta la pienezza e di riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui, avendo fatto la pace mediante il sangue della sua croce; per mezzo di lui, dico, tanto le cose che sono sulla terra, quanto quelle che sono nei cieli” (Cl. 1:13-20).